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    BENVENUTO ALLA GIL MUSIC ACADEMY


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I NOSTRI CORSI

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CORSO DI CANTO 

MONICA CERRI


Sono cresciuta in una famiglia dove ogni occasione era buona per prendere la chitarra e cantare tutti insieme.A 18 anni ho iniziato a seguire diversi percorsi con vari insegnati.


A lasciare il segno nel mio percorso professionale sono stati insegnanti come Eva Simontacchi (docente Vocal Power)mia madrina musicale e amica da 20 anni, Silvia Spagnoli (insegnante certificata Speech Level) con la quale ho conseguito la specializzazione di livello 1 Easy Sing,  e Francesco Mecorio (Master Teacher Estill Voice) con il quale attualmente intraprendo un percorso fatto di approfondimenti e lezioni. L'unione di questi 

tre metodi di canto mi ha donato una panoramica ampia su come seguire gli allievi e cosa penso sia importante insegnare, e cioè, che la tecnica deve essere messa a servizio dell'arte e viceversa. 


Credo che il segreto per seguire un percorso con successo possa essere racchiuso in queste 5 semplici parole: umiltà, dedizione, divertimento, curiosità, ascolto di sé.


 Adoro il soul e amo tutti quei cantanti che, accanto a una padronanza tecnica, hanno anche grandi doti interpretative grazie a una vocalità libera. Per citarne alcuni, direi che Etta James, Aretha Franklin, Diana Ross, Rachel Ferrell, Stevie Wonder, James Brown e Ray Charles sono alcune delle voci che più rappresentano questo concetto.


Ho cantato in molte situazioni che mi hanno dato soddisfazione in più di 20 anni di esperienza. Dai teatri tra spettacoli di Musical e concerti, ai locali come il Blue Note di Milano, passando dalle reti TV come Canale Italia, Video Music, Tv9, fino alla radio dove sono passati alcuni miei singoli inediti e diverse interviste radiofoniche. 


Al momento sono voce femminile per i Groovin'Groupies, progetto rockabilly anni che affronta brani di diverse epoche nello stile inconfondibile degli anni 50' 60'.


Un consiglio che amo dare ai miei allievi è quello di tenere sempre in considerazione il fatto che gli insegnanti non sono tutti uguali e ognuno, a modo suo, ha qualcosa da dare, quindi c'è sempre da imparare anche dal granello di sabbia fino alla montagna più alta. 




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CORSO DI BASSO ELETTRICO 

ENEA BARDI 

“Qualsiasi strumento suoni la musica è una sola”


Da bambino guardavo “Goldrake” in attesa della sigla finale, “Shooting Star”, solo per la clamorosa linea di basso di Ares Tavolazzi.


Nel 1988 mi innamorai di “A Groovy Kind Of Love” di Phil Collins e mi feci regalare la musicassetta per poterla ascoltare in loop. Avevo dieci anni.


Anni dopo, grazie a Bernie Edwards, ho scoperto che quel suono che mi stregava era il basso elettrico. Poi, a 14 anni, ho visto il video “Are You Gonna Go My Way?” di Lenny Kravitz dove il bassista indossava un poncho… e ho comprato il mio primo basso, un orribile Yamaha RBX250.


In quel periodo uscivo con quattro amici chitarristi che mi trascinarono al Clan della Musica per acquistarlo. Dopo avermi messo in mano un biglietto con il numero di un certo Marco Caudai mi dissero “ora hai il basso e il maestro.”

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CORSO DI PIANOFORTE E TASTIERE 

CLAUDIO AMORE 

“Suona ogni nota come fosse l’ultima”


Ero ancora un bambino quando, a cena con i miei genitori a casa di amici, mi imbattei nel lungo corridoio di quella casa in uno di quegli organetti Bontempi arancioni tipici degli anni ’60. Mi misi a suonare a casaccio e fu subito amore a tal punto che pretesi, senza successo, di portarlo via con me di fronte alle lacrime disperate del figlio degli amici dei miei che ne rivendicava la legittima proprietà.


Da quel giorno non ho mai smesso di dedicarmi allo studio di quello strumento per scoprirne ogni segreto e ringrazio i miei genitori che mi comprarono un bell’organo elettrico per darmene la possibilità. La cosa più bella fu quando, uscito dal Clan della Musica dopo aver acquistato il mio primo vinile, Heroes di David Bowie, corsi a casa per ascoltarlo e,finalmente, poterci strimpellare sopra quello che avevo imparato.
Nel mio percorso di studi ho avuto la fortuna di incontrare maestri di grande livello che hanno segnato il mio modo di vedere la musica e il mio approccio anche allo studio dello strumento. Primo fra tutti ricordo il maestro Enrico Fassi che era solito ripetere di impegnarsi a “suonare perfettamente le frasi scritte senza dire “lo faccio a modo mio” e anche “il brano si studia dall’inizio alla fine… fino all’ultima misura”.

Adoro Tony Banks, per la precisione maniacale, l’originalità e il rispetto dei classici; Joe Zawinul per la creatività e la ricerca dei suoni; Chick Corea “flusso canalizzatore” di tutti i generi; ErnestoVitolo, protagonista in praticamente tutti i più bei dischi di musica italiana; Bud Powell del quale ammiro la capacità di riuscire a fare un concerto interamente da solo senza mai far calare la tensione nel pubblico.

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CORSO DI CHITARRA 

SILVIO CUVIELLO

“Bisogna sempre divertirsi e impegnarsi a fondo per esprimere con il proprio strumento la musica che sentiamo dentro”


Era un’estate delle tanti estate calde passate al sud al paese dei miei nonni. Avevo circa dieci anni e passavo le ore con la meraviglia negli occhi a guardare mio cugino più grande che suonava la chitarra cantando le canzoni di Bennato. Fu una magia che mi spinse a chiedere con insistenza una chitarra e fu così che mio cugino mi regalò una delle sue. Era vecchia, con un grande buco sul fianco e con solo tre corde. Riparai il buco con il nastro da pacchi e passai ore a cercare di capire come far vibrare nel giusto modo quelle tre corde superstiti.


Vista la grande passione che mettevo nel tentativo di imparare i miei genitori mi comprarono una chitarra classica che mi accompagnò per molti anni. Passavo giornate ad ascoltare musica e a tirar giù accordi, era il mio modo di imparare e così è stato fino a quando sentii la necessità di studiare la musica perché capii che nella vita avrei voluto fare il musicista.


Da principio era tutto complicato e quello che ricordo di quegli anni è la fronte che mi bruciava. Pian piano però, tutto andò a posto e quello che mi sembrava astratto e complicato improvvisamente divenne chiaro e definito.


Studio, ascolto ed esercizio costante, questo è quello che consiglio a tutti i miei allievi perché la ricompensa di tanto sacrificio è grande e impareggiabile.

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CORSO DI BATTERIA

FRANCESCO FAVILLI

“La musica e il suo studio sono un cibo del quale non dobbiamo mai essere sazi, esercitarsi sempre e suonare il più possibile perché non si finisce mai di imparare”


Avevo poco meno di dieci anni quando cominciai a suonare la batteria rullando sul divano di pelle dei genitori e sui fustini del detersivo di mamma. Era un impulso irrefrenabile che divenne incontenibile quando, ancora dodicenne, comprai Abacab, disco dei Genesis che consumai tentando di emulare Phil Collins. Da lì cominciai il mio viaggio nella musica e nello studio della batteria.


Nel mio percorso formativo una figura basilare è stato il maestro Gianluca Capitani grazie al quale ho maturato la mia personale idea di “suonare la batteria”. Un giusto mix di tecnica, cuore e passione che sono gli ingredienti indispensabili per elaborare il proprio stile e linguaggio personale. Jeff Porcaro, Dave Weckl e Vinnie Colaiuta sono, tra i miei performers preferiti, quelli che hanno più influenzato il mio stile per la tecnica, la passione, la potenza e timing che uscivano dalle loro esecuzioni. Anche lo studio delle percussioni classiche ha influenzato il mio modo di pensare la batteria facendomela sentire anche come uno strumento melodico, oltreché ritmico ed è quello che consiglio ai miei allievi perchè lo ritengo fondamentale per creare il perfetto feeling e integrazione con il resto del gruppo quando si suona insieme. Aiuta a capire le dinamiche, estremamente importanti anche per la batteria, e la simbiosi con il basso, elemento di raccordo ritmico/melodico del gruppo.

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CORSO DI VIOLINO  

ROSITA DI MARTERicordo da bambina un astuccio nero gelosamente custodito da mio padre sopra l'armadio di camera... Ricordo che quando lo prendeva e si dirigeva verso la sala doveera solito studiare, lo seguivo affascinata e osservavo ogni singolo gesto con il quale apriva quell'astuccio e ne estraeva ilviolino per mettersi a studiare.Le note armoniose e la sua delicatezza mi hanno acceso una passione che mi porto dietro da allora.
Cominiciai a studiare e scopri che tuttaquella bellezza non era poi così facile dadomare ma non mi feci scoraggiare da quelle note stridule che uscivano dallecorde allo scorrere dell' archetto.Con caparbietà non ho mollato perché le soddisfazioni sarebbero arrivate e cosìarriva il momento in cui tutto il sacrificioviene ripagato con risultati sorprendentiche ti spingono ad alzare l'asticella. Le soddisfazioni ti dicono che sei sulla buonastrada e lo studio è il giusto mezzo per soddisfare la tua passione.La frase che più mi ha lasciato il segno è quella del maestro Ennio Morricone: "sonofatto di tutto quello che studiato... che è lamusica". Adoro IsacPerlman per il suono intimo e sublime, Salvatore Accardo per la raffinatezza delle esecuzioni, Stephan Grappelli per il suo grande amore per il violino e per il sorriso che ho sempre vistoin lui quando suonava anche all'età di 90anni e Kevin Burke perché è un'icona e per il suo vibrante ritmo.Da ogni insegnante si può imparare moltose trasmette ai loro allieviqualcosa che va oltre la didattica.

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CORSO DI SASSOFONO

ANDREA OLIVETTA

“Avendo cominciato da autodidatta, leggere libri di musica è stato come leggere il libro delle istruzioni di un gioco fighissimo”


Tutto cominciò con una tastiera che si trasformò in flauto dolce che si trasformò in un violino e fu proprio li che abbandonai la musica… avevo circa dieci anni. Fu solo un abbandono temporaneo perché dopo poco più di un anno mi trovai ad assistere ad un concerto jazz di Henghel Gualdi dove rimasi folgorato dal suono del sax. Fu un tutt’uno comprare anche il disco “Cavalli di Battaglia” dello stesso Gualdi, disco che ho consumato da bambino e che ancora oggi conservo e riascolto volentieri. Penso che la mia storia e il fatto che avevo smesso di studiare solo perché avevo scelto uno strumento o un percorso di studi sbagliato ha fatto si che nel rapporto con i miei allievi sia molto sensibile, musicalmente parlando, alle loro attitudini

 naturali.”

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